Il Quartetto intarsiato
“EVELYN e HERBERT AXELROD”
costruito da
MARCELLO VILLA
Il quartetto intarsiato costruito da Marcello Villa “EVELYN e
HERBERT AXELROD”
nasce nel 1993 da un’ idea
del Dr. Herbert R. Axelrod e di sua moglie Evelyn, con l’intento di realizzare
una copia fedele dell’intero quartetto originale stradivariano di proprietà
degli stessi coniugi Axelrod, oggi conservato alla Smithsonian Institution di
Washington.
L’originale Stradivariano consta di quattro strumenti di eccezionale valore
storico, liutario e musicale, costruiti da Antonio Stradivari in anni diversi e
riuniti in un unico quartetto dal Dr. Herbert R. Axelrod negli anni ‘80. Questi
strumenti sono:
il violino “Ole Bull” del 1687
il violino “Greffuhle” del 1709
la viola “Axelrod” del 1695
il violoncello ”Marylebone” del …
Il quartetto intarsiato”EVELYN e HERBERT AXELROD” viene ordinato direttamente a Marcello Villa nel 1993. Dopo un approfondito studio preparatorio e grazie a precisi rilievi fotogrammetrici degli originali forniti dal Dr. Gary Sturm della Smithsonian Institution di Washington, il primo violino, copia dell’“Ole Bull” del 1687 , viene ultimato nel 1996. L’originale, appartenuto un tempo al celebre virtuoso norvegese Ole Bull, emulo di Paganini, fa parte, assieme all’ “Hellier” ed al “Sunrise” della triade di violini intarsiati decorati con lo stesso disegno di tipo floreale. Costruito con superbi materiali d’acero e abete, ha il consueto intarsio sul filetto di tavola e fondo, fatto di tondini e losanghe in avorio. Le fasce sono decorate ad intarsio, realizzato con mastice di limatura d’ebano e colla. L’ornamento di tralci stilizzati che ripetono in continuazione motivi floreali, sono arricchiti da larve, bacche e serpentelli. La vernice è di un magnifico giallo-oro chiaro, per dare maggior risalto all’intarsio.
La copia realizzata da Marcello Villa rispecchia totalmente le misure, gli stilemi, la scelta del legno e la tecnica di realizzazione stradivariani in ogni particolare, compresi i più piccoli. La bella cordiera di stile ottocentesco ha uno scudo in oro inciso a bulino, realizzato dall’orafo cremonese Rognoni.
Nel 1998 viene realizzata da Marcello Villa la copia del violino “Greffuhle” del 1709. Esso rappresenta un’eccezione rispetto al resto degli strumenti intarsiati di Stradivari, perché realizzato dopo il 1700. Tutti gli altri strumenti decorati giunti fino a noi furono eseguiti dal maestro tra il 1677 e il 1690, compreso il celeberrimo “quartetto spagnolo” conservato a Madrid. Costruito con bellissimi materiali di acero ed abete il “Greffuhle” ha il consueto intarsio sul filetto della tavola e del fondo fatto di tondini e losanghe in avorio. Le fasce sono decorate ad intarsio, realizzato con mastice di limatura d’ebano e colla. Meraviglioso è il disegno fatto di grottesche con grifoni e levrieri che si inseguono e si alternano senza soluzione di continuità. La vernice è leggermente rossastra ma molto sfumata verso il giallo-oro nelle parti usurate. La copia di Marcello Villa rispecchia totalmente le misure, gli stilemi, la scelta del legno e la tecnica di realizzazione stradivariani in ogni particolare.
Al museo Stradivariano di Cremona si conservano alcuni disegni e prove a stampa su carta e legno per la realizzazione delle decorazioni di questo violino, nonché la pagina staccata di un libro dell’epoca dal quale Stradivari ha tratto l’ispirazione per la realizzazione dell’ornamento delle fasce.
Nel 1999 Marcello Villa porta a compimento la copia della viola “Axelrod” del 1695, uno strumento assai particolare. Scoperta pochi anni or sono, è stata battezzata proprio con il nome del suo famoso attuale proprietario. In origine una viola tenore, simile per forma e dimensioni alla viola tenore “Medicea” del 1690 conservata a Firenze, fu ridotta successivamente a viola contralto. Da qui la forma leggermente schiacciata della cassa e il riccio leggermente grande rispetto al corpo. Reca sulla tavola uno stemma con corona di difficile interpretazione, realizzato con mastice di limatura d’ebano e colla.Uun tempo era visibile grazie alla più corta tastiera di tipo barocco, oggi parzialmente coperto dalla tastiera di concezione moderna. Costruita con mediocri materiali di acero di taglio tangenziale, ha un doppio filetto su tavola e fondo, colmato da un piccolo motivo decorativo realizzato a china, in parte scomparso per l’usura. Conserva un bellissimo riccio con il suo manico originale ma accorciato.
E’ infine del 2001 la copia di Marcello Villa del violoncello ”Marylebone” del 1688, uno strumento molto interessante. Anch’esso ridotto nell’800 nelle dimensioni originali ritenute troppo grandi, è costruito con materiali assai modesti, addirittura un acero senza marezzature per il fondo e le fasce. In compenso la lavorazione è di eccezionale livello, soprattutto lo splendido riccio. Non esistendo un altro violoncello decorato di Stradivari oltre quello della collezione di Madrid, fu acquistato dal Dr. Axelrod per completare il quartetto stradivariano e fu fatto decorare selle fasce e sulla testa con un disegno del tutto simile all’originale stradivariano di Madrid, utilizzando una vernice ad acqua reversibile. Questa operazione di decorazione ha suscitato nel mondo liutario qualche perplessità; visto però la reversibilità della vernice utilizzata ritengo assolutamente innocua l’operazione decorativa e quindi ogni polemica fuori luogo.
Nell’estate del 2002 il Dr. Herbert R. Axelrod e sua moglie Evelyn decidono di donare il quartetto intarsiato costruito da Marcello Villa “EVELYN e HERBERT AXELROD” al museo stradivariano di Cremona. Dopo i contatti con la Dr. Ivana Iotta direttrice del Sistema Museale di Cremona, il Prof. Andrea Mosconi, Conservatore dei beni liutari di Cremona e il Sindaco Dr. Paolo Bodini, l’operazione viene ratificata nel Marzo 2003. Il quartetto verrà esposto nella prestigiosa nuova sede del Museo Stradivariano protetto da una preziosa vetrina, anch’essa donata dai coniugi Axelrod.
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